giovedì 31 maggio 2007

bisognava sapere come.

un racconto di Leo
…Solo Horadrim, la spada di luce, può fermare il lich!

Queste parole riecheggiavano nella mente del vecchio mago!
Strinse l’elsa della spada nella mano. Il non morto lo guardava con aria di sfida. Entrambe sapevano che uno dei due non ce l’avrebbe fatta. Lo stregone sarebbe morto per l’incantesimo del lich, o il non morto avrebbe subito sconfitta per mezzo della Lama di Luce, o peggio,sarebbero morti entrambi.

Interminabili attimi… la saggezza di mille anni, il ricordo dei suoi discepoli, tutto intorno a lui sembrava ovattato e rallentato.

Lo domineremo. Prenderemo il suo potere e lo faremo nostro! – Rumne, Amaros e SSiin, questo era l’intento dei 3 discepoli di Kaeleber.

Ho fatto scempio dei loro corpi e tratto nutrimento dalle loro anime. Cedimi la spada e morirai di una morte indolore.
Le parole del Lich rimbombavano nella sala grande del mausoleo come una tempesta di tuoni.
Gli occhi del vecchio mago caddero sui corpi martoriati dei giovani stolti…

Attimi di silenzio, nessuno dei due aveva coraggio a fare la prima mossa.
Quando questo silenzio fu rotto dalle parole del vecchio mago.

Maestro! Sono giunto fin qui per apprendere le tue arti e dominare il mondo al tuo fianco. Loro volevano fermarti e assimilare il tuo potere, ma tu, oh grande, li hai fermati!Fai di me tuo discepolo, te ne prego!

Lo stregone non morto sussulto a quelle parole. Mai avrebbe immaginato che il mago bianco, devoto alla luce, possessore di Horadrim, si sarebbe rivolto a lui in quel modo.

Dammi prova della tua fedeltà! – tuonò il non morto. – Fuori del mio mausoleo, il tuo amico elfo combatte contro i miei ghoul, recita su di lui l’incantesimo di morte, e sarai mio discepolo.

Le parole dell’incantesimo uscirono dalla bocca del vecchio mago, così come le lacrime solcarono il suo viso. Impercettibilmente.

E il lich lo fece suo!
Si poteva fare, certo. Ma bisognava sapere come...