lunedì 21 maggio 2007

la stagione delle nebbie: quattro.

Ora stavano passeggiando, come vecchi amici, sotto la pioggia che aveva ricominciato a cadere con un placido scroscio.

Fammi capire: tu sei l’angelo del suicidio?
Del tuo suicidio!, rimarcò lui con orgoglio.

Gli diede una pacca cameratesca sulle spalle.
Guarda che lo conoscono tutti il loro angelo nero, quelli che si ammazzano, come te. Solo che lo vedono alla fine… nelle ultime due, tre ore prima di farla finita. Per te ho fatto un’eccezione, perché sei un tipo molto simpatico, e mi mancherai.
Ma come fai ad essere così sicuro che mi ammazzerò? E se cambiassi idea?
Non lo farai, altrimenti non sarei mai venuto da te. Solo quelli che poi lo fanno per davvero ci vedono. Sennò te lo immagini: una mandria di adolescenti con le loro crisette da liceali ricoverati in massa al C.I.M. perché dicono di aver conosciuto l’angelo della morte!
, ci si fece una risata sopra.
Allora il mio destino è segnato. Non ho più scampo…
Alt! Alt! Non cominciamo a scaricare le responsabilità! Sei tu che hai deciso di suicidarti. E fai sul serio. Adesso per qualche giorno ci girerai intorno. Poi uno o due giorni prima di farlo sarai anche di buonumore altrimenti come faranno i tuoi amici e parenti a dire: «Si. Era un po’ depresso, ma ultimamente mi sembrava più sereno...», è un classico del TG Regionale. E poi… ci hai già pensato?
A come farlo? No, non ancora.
Così ad occhio non sei un tipo da morte lenta, tipo gas o taglio delle vene: non hai pazienza. No, un bel salto nel vuoto… è ancora un grande classico. E se ti scagli da un posto bello alto… non avrai scampo, non ti preoccupare. Non finirai su una sedia a rotelle.


Acciari lo guardò con aria interrogativa, come se avesse appena capito che…
Esattamente! – disse lui, come leggendo nel suo pensiero – Un consulente! Una specie di consulente di morte. Io ho il compito di fare in modo che tu abbia la morte che meriti, la tua morte. Fatta su misura per te. Ho una vasta conoscenza in materia e sono a tua disposizione per qualsiasi consiglio o accorgimento. Ti prego solo di una cosa: né impiccagioni, né veleni, né armi da fuoco… – la sua voce si fece scura – …mi ricordano troppo la pena di morte.
Sei contrario?
Profondamente. È un atto infame. Solo l’individuo è padrone della propria vita. E poi l’idea di una morte di stato… Maiali fascisti!
Lo sai che se avessi avuto un amico come te non mi sarebbe mai passato per la testa di farmi fuori?
E invece guarda che strano: mi hai conosciuto proprio perché hai deciso di farlo…