lunedì 21 maggio 2007

la stagione delle nebbie: due.

I capelli viola non se li tingeva più. L’anno prima aveva trovato in un porno shop una parrucca che faceva al caso suo. Non erano belli come i capelli naturali, no. Non facevano lo stesso effetto, ma per succhiare cazzi decise che, alla fin fine, potevano anche andare. Tranne nei casi come quel giorno, quando Remo, scansandoglieli dal viso per favorire l’inquadratura della telecamera, gli aveva levato la parrucca.

Stop! Ma dai! Ma così non gli viene duro neanche a Rocco Siffredi!

Gli altri operatori e gli inservienti del set risero di cuore.
Remo no, continuava a spingerle il pene tra le labbra.

Gira, gira! – urlava frenetico – Che sto per venire!

Lidia si alzò di scatto, e Remo si mise una mano sull’uccello per contenere l’eiaculazione. Poi corse al bagno, accompagnato dalle risate generali.

Lidia! – la apostrofò il regista – Ma che cazzo combini con quella parrucca. Già fa schifo, almeno fissala bene!
Senti, Gianni: il
Glande freddo è quasi finito. Ora non sarà quest’ultima venuta a decidere le sorti del film. Io non ce la faccio più. Tanto avevo già deciso di smettere.

Gianni fissò Lidia senza dire nulla. Erano amici da tanto tempo. Avevano cominciato insieme una decina d’anni prima quando lei, appena diciottenne, lo coinvolse come DJ in una serie di spettacoli sexy/goth nei locali di Roma. Il passaggio al porno era stato spontaneo, e non si può dire che non si fossero divertiti, oltre a mettere da parte una discreta somma. Ma Gianni lo capiva. Non è un cosa che dura per sempre. Se lo aspettava.

Ok, d’accordo, Lidia. Finiamo qua.

Remo era appena uscito dal bagno. Un ragazzone palestrato e abbronzantissimo. Aveva sentito tutto.

Ci mancherai, Lidia…, disse. E qualcuno degli operatori poi giurò di averlo visto piangere in camerino.